Storia della chiesetta Madòna del Mónt

1. Contesto storico
Sul finire del XIX secolo e l’inizio del XX, le Giudicarie, come il resto d’Europa, subirono dolorosi avvenimenti e profondi mutamenti sul lato storico, economico e sociale. Su quest’ultimo piano, dalla seconda metà dell’Ottocento si assistette ad un incremento incessante dell’emigrazione: se nei secoli precedenti si trattava di flussi temporanei di singoli soggetti alla ricerca di lavoro per coprire i tempi morti del lavoro contadino legato alla stagionalità, ci si trovò di fronte a un fenomeno più stanziale e duraturo che vedeva partire intere famiglie, specialmente verso le Americhe. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914 intervenne poi a modificare lo stato esistente delle cose, creando notevoli problemi sia per la vita stessa della popolazione che per tutti i rami dell’economia locale. Il nostro territorio, in quanto zona di confine, fu teatro delle sanguinose vicende belliche e numerosi furono anche i giovani chiamati alle armi togliendo così forza lavoro all’economia locale basata sul lavoro dei campi e sull’allevamento bovino. Un interessante spaccato di vita locale ci è fornito dal diario di Mons. Donato Perli, decano di Tione in quel periodo (1911-1937), il quale si trovò a raccontare gli stenti e le miserie dei suoi parrocchiani.

2. Storia del voto
Già prima dell’inizio delle ostilità, nei mesi di ottobre e novembre del 1913, nacque in parrocchia l’idea di costruire sui monti di Tione una cappella sacra come segno di riconoscenza alla “divina Provvidenza” e “insieme una perenne supplica al cielo per nuovi favori […]” per i vantaggi che da secoli i Tionesi traevano in termini economici dal loro monte in termini di legname, fieno per il bestiame, malghe e pascoli. Doveva essere dedicata a S. Antonio Abate “ma accanto al Santo vogliamo anche la Madonna, regina dei monti”. La protezione invocata doveva estendersi anche sui Tionesi lontani dalla patria, quali erano i numerosi emigranti partiti. La lungimiranza di Mons. Perli si protendeva anche oltre, prospettando che in futuro la cappella potesse diventare un luogo meta di pellegrinaggio: “Essa un dì richiamando a sé pellegrini anche da altri paesi farà conoscere con maggior larghezza l’estetica alpina del nostro monte”. Tutti avrebbero dovuto concorrervi, “contadini e signori”, sottoscrivendo l’appello che venne spedito ad ogni famiglia per raccogliere, entro il 1914, le offerte che ognuno, secondo le proprie capacità, avrebbe potuto dare. Lo scoppio della Grande Guerra mutò però le originarie intenzioni. L’imperversare del conflitto nelle Giudicarie, costrinse nel 1915 tutti i paesi della Val del Chiese ad essere evacuati e i profughi, fino agli abitanti del paese di Roncone, furono ospitati nelle case della Busa di Tione e in Val Rendena. La popolazione di Tione, di fronte all’imminente pericolo e alla paura di esser allontanata anch’essa dalle proprie abitazioni “deliberò la erezione di una decente cappella sul monte di Tione alla Madonna di Lourdes, qualora la Madonna ci preservi da siffatte conseguenze sino alla fine della guerra. A tale scopo sono già firmate 5.000 corone. La candida Regina dei cieli esaudisca il nostro voto!”. L’atto ufficiale – redatto il 1 novembre1915 – prevedeva la costruzione della cappella entro il termine di diciotto mesi dopo la conclusione ufficiale della pace e avrebbe dovuto accogliere e conservare i nomi dei Tionesi caduti in guerra per tramandarne ai posteri la memoria. La scelta del luogo era demandata al decano e ad altri due membri eletti dai capi famiglia che avevano firmato un’offerta di almeno dieci corone: i nominativi degli offerenti e una copia dell’atto sarebbero stati collocati nella prima pietra dell’erigenda cappella.

3. Chiesetta della Madonna della Pietà
Passarono però altri otto anni, sei dalla fine della guerra, prima che i lavori avessero inizio. Nel frattempo era stato scelto il luogo, un altipiano sul monte di Tione a 1300 metri di altitudine in località Tragole, da dove per il magnifico e vasto panorama si poteva vedere anche il Santuario di Pinè. Causa le sofferenze e i dolori patiti e il pericolo scampato, per ben tre volte, dell’evacuazione dal paese, si decise di dedicare la cappella alla Madonna Addolorata o della Pietà, anziché a quella di Lourdes. Nel giugno del 1924 si diede così l’avvio ai lavori di sgombero dei massi dal terreno e in agosto iniziarono le opere di muratura, un taglia-pietra preparava i sassi e due operai estraevano la sabbia necessaria nella zona circostante. Mons. Perli ne dirigeva il lavoro, facendo a piedi, più volte a settimana, la spola tra la canonica e il cantiere, e adoperandosi anche per raccogliere denaro e oggetti preziosi, atti a reperire i capitali necessari per portare a compimento l’opera, in quanto la somma raccolta dalla sottoscrizione e le donazioni, fatte anche dagli emigranti in America “non erano bastati per un’opera seria e decorosa. Nella primavera del 1925 s’è fatto anche una pesca miracolosa, che fruttò quasi tremila lire nette”. I disegni dell’opera furono affidati all’ingegnere Caruso, addetto alla sottoprefettura, che pensò ad una costruzione in stile gotico, caratterizzata da archi a sesto acuto, struttura leggera dal bel slancio verticale e ampie vetrate per lasciare entrare la luce. La cappella fu finalmente benedetta e inaugurata il 12 ottobre 1924; vi mancavano però ancora l’altare stabile, il pavimento, le tinteggiature e altri finimenti. Fu da subito abbellita da una bella statua, un gruppo della Pietà, opera dello scultore Carlo Pancheri di Ortisei in Val Gardena e collocata nella nicchia sovrastante l’altare; vi trovarono collocazione poi anche delle lapidi con esposti i nomi dei maggiori benefattori. La spesa complessiva rasentava le 30.000 Lire. “La pietà dei Tionesi provvide la detta Cappella di quanto vi abbisogna per celebrarvi la Messa ed altre funzioni sacre, specialmente nelle domeniche estive quando, sia per la coltivazione dei fieni, sia a scopo di villeggiatura, vi dimora molta gente”; e sempre i paesani offrirono il materiale necessario alla campanella, fusa dalla ditta Luigi Colbacchini di Trento. Le cronache di allora descrivono il giorno della consacrazione come un momento solenne e tanto atteso. Alle 7.30 di domenica partì dall’arcipretale di Tione la solenne processione, che portò sul monte la statua dell’Addolorata. Una lunga fiumana di popolo, gente di Tione, di Bolbeno ed anche di Bondo e Breguzzo partecipò al suggestivo corteo, accompagnando la dura salita con canti di lodi alla Vergine. Dopo due ore e più di lungo e faticoso cammino si arrivò finalmente alla meta sospirata; qui Mons. Perli benedisse la cappella e officiò la Santa Messa. Dopo il pranzo ufficiale delle autorità e di parecchi invitati “Alle Sole”, nell’albergo improvvisato, con la recita del S. Rosario nel pomeriggio ed il canto delle Litanie lauretane e dello “Stabat Mater”, si pose termine a questa simpatica e memorabile giornata.

4. Gli anni successivi la consacrazione
In quanto dedicata alla Madonna Addolorata, si stabilì di celebrarne la festa in modo solenne ogni terza domenica di settembre. Nell’anno 1925 vi fu annessa la sacristia e la casetta ad uso canonica. In seguito furono sgomberati anche i massi tutt’intorno e costruita la muraglia di sostegno della piazzetta circostante. Risale invece al settembre del 1929 la pittura dell’Addolorata in cima alla facciata principale. L’interno fu abbellito negli anni Trenta da una nuova Via Crucis e da un quadro artistico raffigurante la Madonna con Angelo appeso sopra l’arco della cappella, entrambi donati dalla famiglia Boni. Come ringraziamento per la fine della Seconda Guerra Mondiale i Tionesi salirono ancora al monte portando una nuova croce massiccia, di legno d’ulivo, voluta e fatta da dirigenti e maestranze del “Razionale Opificio Spazzole ed Affini”, nel cui interno ero stato preparato un incavo per custodire una pergamena con i nomi di tutti gli operatori della R.O.S.A.; la croce venne collocata alle spalle della statua della Pietà, dove si trova tuttora. In ricordo di quel giorno, 27 maggio 1945, una seconda targa, che andava ad aggiungersi alla prima a ricordo dell’inaugurazione, fu infissa a perenne memoria sulla parete esterna della chiesetta. Infine, col passare degli anni, alla cappella fu aggiunto gradualmente l’edificio che dagli anni Sessanta e fino ai giorni nostri sarebbe diventato il ricovero per il “campeggio estivo” dei giovani e ragazzi della Busa di Tione.