Parrocchia di Tione di Trento (Chiesa di S. Maria Assunta e S. Giovanni Battista) e l’antica Chiesa di S. Vigilio

Un primo edificio religioso a Tione risale al VIII secolo, e probabilmente è stato costruito sul sito dove preesisteva un tempio dedicato a Giove.
Scavi della fine del XX secolo hanno portato alla luce antiche fondazioni di una piccola costruzione che esisteva in tempi precedenti alla chiesa del XV secolo.
Sembra accertato quindi che sul sito siano stati costruiti a partire dall’VIII secolo diversi edifici, sino ad arrivare al XII secolo, quando è accertato che a Tione vi fosse una pieve, con una struttura semplice, senza cappelle, e che questa venne ampliata con un nuovo presbiterio.
In seguito, dopo il 1400, si aggiunsero due cappelle dedicate a San Giovanni Battista a San Rocco.
Alla fine del XV secolo si effettuarono lavori di ristrutturazione e ampliamento, che continuarono fino al 1518 ed oltre, con nuove decorazioni ad opera di Simone Baschenis. Un secolo dopo si procedette all’ampliamento del presbiterio e vennero costruite due nuove cappelle dedicate al Corpus Domini ed alla Madonna.
Nel 1750 per problemi statici venne demolito il vecchio campanile e poco dopo si iniziò la costruzione di quello nuovo, con lavori che subirono alcune interruzioni e si arrivò alla sua inaugurazione il 27 agosto 1761. Nel 1827 un incendio provocò danni alla chiesa e si rese necessario un intervento importante di ricostruzione.
A metà del XIX secolo si ebbero nuovi danni provocati da un terremoto. Questi vennero riparati e si procedette anche alla ristrutturazione del cimitero con una nuova cappella funeraria. Alla fine del secolo l’interno venne modificato con abbattimento di muri e realizzazione di passaggi tra le cappelle e venne modificata anche la facciata.
A partire dal 1989 la pieve venne interessata da una serie importante di interventi: restauro delle murature degradate per umidità, rifacimento della pavimentazione, pulizia della decorazione interna, manutenzione del tetto e restauro del campanile.

(testo ricavato da wikipedia)


L’antica chiesa di San Vigilio al Vat di Tione e il “ritorno” di San Vigilio

L’antica chiesetta di San Vigilio al Vat è uno dei simboli distintivi della borgata di Tione, con la sua suggestiva posizione sovrastante la Sarca e il fascino della sua lunga storia che si ammanta di leggenda.

O meglio, delle leggende, in quanto sullo stesso luogo esistono due narrazioni. L’una, quella che ha avuto più fortuna nella tradizione popolare, vuole che il corpo di San Vigilio, dopo che i pagani di Rendena lo ebbero ucciso durante la sua predicazione, venisse gettato nelle impetuose acque della Sarca che lo travolsero e lo trasportarono a valle. Arrivato in prossimità di uno sperone roccioso sopra il fiume, la salma fu recuperata dai suoi fedeli e posta sopra un masso di granito per essere poi ricomposta e trasportata a Trento. Un’altra leggenda, suffragata dagli atti del martirio, racconta invece che il corpo del santo, dopo la sua violenta fine, fosse portato a cavallo dai suoi discepoli lungo la vecchia strada che dalla Rendena portava a Tione. Giunti in prossimità del fiume, questi furono fermati da genti descritte come “bresciane”, probabilmente giudicariesi che all’epoca erano aggregati alla diocesi di Brescia, che reclamavano la proprietà della salma da conservare come santa reliquia. Ne nacque una disputa, che si concluderà con il “baratto” del corpo con un ricco vaso d’argento e con la conseguente traslazione di San Vigilio al duomo di Trento. Durante la “trattativa” il corpo del Santo fu deposto su un masso di granito.

In ogni caso, negli anni seguenti, attorno a questa roccia divenuta meta di visite e pellegrinaggi, si sviluppò dapprima un capitello e poi una piccola chiesetta di campagna. Sulla parete esterna della chiesa è ancora individuabile l’antico capitello originario, consistente oggi in una nicchia che ospita la lastra di granito, sulla quale pare fosse stato deposto il Santo, insieme a una targa che descrive l’evento.

La nascita di un primo edificio sacro, secondo la leggenda, si attesterebbe quindi poco dopo il V secolo d.C., quando cioè l’agiografia relativa a San Vigilio ne colloca le visite di evangelizzazione in Rendena e il seguente martirio. Tuttavia, probabilmente la costruzione della chiesetta si può collocare qualche più secolo più tardi, tra l’VIII e il IX secolo, a giudicare da alcuni elementi artistici ed architettonici presenti: un esempio è una finestra a transenna in pietra lavorata, individuata e datata durante una campagna di scavi organizzata dal farmacista e storico di Tione Guido Boni nel 1905. Sempre sulla base di quanto emerso da questi rilevamenti, la prima chiesetta doveva apparire diversa dall’attuale, più piccola ed orientata in modo diverso, in modo da coprire con il proprio tetto parte dell’antica strada verso la Rendena che vi passava davanti, per fornire riparo ai viandanti che fossero transitati lì. Il luogo infatti era un importate punto di passaggio dalle Giudicarie alla Rendena superando il fiume Sarca, come dice lo stesso toponimo Vat che deriverebbe dal latino vadum, ossia “guado”.

Ma come si presentava questa antica chiesa? Possiamo lasciare la parola al già citato Guido Boni, che ne curò le prime ricerche e a riguardo dell’edificio originario così scrisse: “Aveva la facciata rivolta a sera verso la strada, che vi passava immediatamente davanti. (…) E’ di forma rettangolare ed esternamente ha perduto ogni vestigio d’antichità, essendo stata intonacata di nuovo e resa uniforme al resto del fabbricato. L’interno misura cinque metri di lunghezza per tre e mezzo di larghezza e di altezza; ha un semplice avvolto a tutto sesto, di costruzione primitiva sul tipo della cappella del martirio di Spiazzo e di S. Giorgio di Poia.[1]

L’edificio aveva poi, sul lato che dava sulla strada, una grande apertura che all’inizio doveva essere senza inferriate, accessibile quindi ai passanti che lì sarebbero potuti entrare per visitarlo o per ripararsi in caso di bisogno. Al suo interno si trovava un semplice altare consacrato non solo a Vigilio, ma anche ai santi Fabiano e Sebastiano: figure alle quali, insieme al santo trentino, in origine era dedicata la chiesetta. L’interno era probabilmente affrescato con motivi ornamentali che nel tempo sono stati più volte rimaneggiati, non sempre in modo felice. Scrive sempre il Boni: “Delle pitture, in gran parte rovinate dal tempo e da mani barbare, coprivano colla navatina anche questo arco (un arco in muratura costruito come sostegno dell’avvolto N.d.R.), e fatto riflesso all’antichità di quei dipinti, che per certi caratteri e confronti non si ritengono posteriori al 1400, ed alla circostanza che quando vennero eseguiti la cappella era cadente e bisognosa di opere di sostegno, è facile dedurre che dev’essere vetusta.[2]

A partire dal 1537 possiamo contare sulle descrizioni fatte dagli atti visitali, con i quali le autorità ecclesiastiche del tempo elencavano gli edifici sacri del territorio visitato e, a seguito di sopralluoghi, indicavano eventuali migliorie da apportare. Veniamo così a sapere che per tutto il XVI secolo la cappella versava in uno stato deplorevole, soggetta all’inclemenza del tempo, degli animali e dei passanti ed era perciò bisognosa di cure. Sarà solo a seguito della visita pastorale del 1603 che si organizzarono importanti lavori di restauro e di ampliamento della cappella, con il contributo dell’intera comunità di Tione.

Nel corso del Seicento si volle ingrandire ed abbellire ulteriormente la chiesetta, rendendola più spaziosa ed elegante, dotandola anche di un piccolo campanile. In questo momento si cambiò anche l’orientamento, come quello attuale, mentre la piccola cappella originaria fu inglobata nella parte orientale del nuovo fabbricato. Fu inoltre ingentilito con decorazioni, affreschi (purtroppo quasi del tutto scomparsi quelli originali della cappella o “maledettamente ritoccati”, come annotò il Boni) e un altare ligneo colorato e dorato, molto elaborato e realizzato nel 1638 da Baldassarre Festi e fratelli. Su questo facevano bella mostra una statua lignea della Madonna, trentotto figurine di angeli fra statuette e testine e, inferiormente, sculture sempre lignee di San Giovanni Battista e San Vigilio. Purtroppo, nella notte tra il 4 e il 5 agosto 1980 ignoti derubarono la chiesa spogliandola di molte delle statue e statuette presenti, fra cui anche quella del santo dedicatario.

La nuova chiesa di San Vigilio fu consacrata il 29 maggio 1695 alla presenza del vescovo suffraganeo Giorgio Sigismondo de Sinersperg, che già si trovava in valle per la ricorrente visita pastorale. In quell’occasione si stabilì che il mantenimento ed eventuali futuri lavori di restauro sarebbero stati presi in carico dalla comunità tionese. Così sarà infatti per i restauri del 1899, del 1905, del 1974-1978 e del 2011.

Non è difficile capire quindi come la popolazione di Tione sia da sempre molto legata a questa chiesetta, che ha seguito la borgata anche nei suoi momenti più bui, come durante la pestilenza colerosa del 1836, quando fu utilizzata come camera mortuaria per le salme che poi trovavano sepoltura nel vicino cimitero, nell’area dell’attuale fabbrica Ghirardini. All’esterno della chiesa sono visibili tre lapidi provenienti proprio da quel camposanto al momento della sua dismissione, nella seconda metà del Novecento. E’ un simbolo importante di passato e presente, di tradizione e di modernità assieme. Come nei tempi antichi, la chiesetta di San Vigilio si trova in un luogo di snodo di strade vecchie e nuove, vicina al moderno ponte carrabile che dal paese porta al campo sportivo di Sesena e al Pont che Bala, passerella ciclopedonale che collega il tracciato della vecchia strada per la Rendena con la pista ciclabile. Un simbolo e un luogo dove Tione e i tionesi possono e potranno sempre entrare in dialogo con questo edificio sacro che, modesto ed immerso nel verde, da secoli osserva generazioni di persone transitargli vicino. Forse, per spiegare meglio questa valenza così profonda per l’immaginario collettivo della borgata, varrebbe la pena citare un passo di Mario Antolini Musòn, da lui scritto nel 1974: “San Vigili si identifica con Tione: è un simbolo reale che attraverso tutti i secoli ha meglio caratterizzato la comunità civica e parrocchiale (…). San Vigili deve restare un simbolo ed un ideale; deve restare un’oasi in cui andare a ricercare sé stessi, in cui trovare quella voce di Tione che è così difficile percepire in strade e piazze in via di progressiva trasformazione. Ma non già un’oasi di vita in mezzo al deserto senza vita; all’opposto: un’oasi di silenzio e di quiete frammezzo al frastuono dell’incivile convivenza odierna dell’uomo rimasto vittima del suo stesso lavoro e del suo stesso affanno.[3]

Quasi a sottolineare questo amore per la chiesetta è la ricollocazione della statua di San Vigilio nel suo altare, quarantatré anni dopo il furto sacrilego che lo spogliò. L’idea venne al parroco delle comunità giudicariesi Don Celestino Riz, che durante la messa del 26 giugno 2022 lanciò l’idea di far realizzare una copia della statua rubata. Si proseguì allora nei mesi successivi con incontri e riunioni e con la creazione di un apposito Comitato, decidendo di proseguire nell’iniziativa ed attivarsi per raccogliere fondi tra la comunità locale e gli enti del territorio e richiedere preventivi ad artigiani. A “vincere” l’appalto fu lo scultore trentino Martino Prinoth, di Ortisei, trapiantato da diversi anni a Chacas in Perù dove aveva fondato un laboratorio artistico (“Artesanos don Bosco”), collegato all’Operazione Mato Grosso, la cui attività è rivolta soprattutto alla realizzazione e al restauro di opere sacre. All’atelier peruviano è stata dunque realizzata una accurata copia della statua di San Vigilio basandosi su precisi modelli fotografici dell’originale. Agli inizi del 2023 la statua, alta 129 centimetri e finemente decorata in foglia d’oro, fu ultimata ed inviata in Italia e quindi a Tione per essere accolta nella comunità, con solenne benedizione e posizionamento nell’altare all’interno della chiesetta di San Vigilio, domenica 10 settembre 2023.

 

Aldo Gottardi

FONTI:

– Mario Antolini Musòn, Tione 1, Cartoleria B. Antolini Editrice, Tione di Trento, 1992

– Guido Boni, La Chiesuola di San Vigilio, in Guido Boni, Tione e le Giudicarie, Centro Studi Judicaria, Tione 2000, p. 149.

– Guido Boni, La Chiesa di S. Vigilio presso Tione, in Guido Boni, Tione e le Giudicarie, Centro Studi Judicaria, Tione 2000, pp. 135-136.

[1]Guido Boni, La Chiesa di S. Vigilio presso Tione, in Guido Boni, Tione e le Giudicarie, Centro Studi Judicaria, Tione 2000, p. 140

[2]Ivi, pp. 141-142

[3]Mario Antolini Musòn, Tione 1, Cartoleria B. Antolini Editrice, Tione di Trento, 1992, p. 78

 

(fotografie di Rodolfo Hangler)