Parrocchia di Breguzzo (Chiesa di S. Andrea Apostolo)

Autore: Ing. Arch. Leopoldo Claricini di Trieste

Epoca: lavori terminati 31 luglio 1863

Descrizione e caratteristiche

L’ispirazione per la costruzione di questa chiesa è stata tratta dallo stile romanico – lombardo. Interessante il commento del curato: “Graziosamente maestoso e maestosamente semplice”. Per la costruzione vennero usati granito locale, calce e parte del materiale ricavato dall’abbattimento del vecchio campanile. Anche le campane provengono da lì.

Particolarità della facciata sono: il portone, il rosone e le due statue. La porta principale, che conclude l’ingresso a strombo, e il rosone, racchiuso in una cornice probabilmente di stucco composta da archetti pensili, erano stati predisposti per l’antica chiesa di Piedicastello presso Trento e furono acquistati a buone condizioni. Le due grandi statue poste ai lati della sommità della facciata rappresentano Pietro e Paolo, sono in pietra bianca del comasco, opera dello scultore Argenti. La chiesa è decorata perimetralmente da archetti pensili.

Entriamo. Il pavimento è in pietra rossa di Lasino. Un affresco allegorico moderno occupa l’intera parete di fondo. Proseguendo troviamo sul lato sinistro una nicchia con la statua di S. Andrea ai suoi lati due quadri, di fronte, alla stessa altezza, altra nicchia con statua di S. Nicolò. Sotto le nicchie i due confessionali. Di seguito i due ingressi laterali sormontati da altrettante balconate di marmo. Il pulpito di destra presenta la particolarità della mano con Crocifisso, che ha semplice funzione di supporto della croce.

I due altari laterali sono dedicati a San Luigi e alla Madonna del Rosario dei quali ospitano le relative statue.

L’altare maggiore è privilegiato in perpetuo come da Bolla di Papa Pio IX del 30 agosto 1867. Rilevante l’uso del marmo: l’altare maggiore è opera degli scultori (a seconda delle fonti) Giuseppe o Antonio Galletti di Bergamo e Fortunato Novi di Lanzo, i due gruppi di serafini e le statuette del tabernacolo sono dello scultore milanese Carlo Romano.

Tra i tipi di maroso utilizzati ricordiamo: il bianco e il bardiglio fiorito di Carrara,  il bianco ed il nero di Varenna, il bianco di Mezzate, il misto di Francia, il giallo di Siena, il brembana verde, il Brentonico ed il Serravezza. Ai lati del presbiterio due affreschi rappresentanti: il sacrificio dell’Antico Testamento durante il quale Melchisades offre a Dio pane e vino (a destra), Gesù con i discepoli di Emmaus (a sinistra). Di quest’ ultimo è rappresentata la scena culminante quando,  attraverso lo spezzare del pane, i discepoli riconoscono nell’uomo di fronte a loro Gesù, notevole la gestualità e gli sguardi dei personaggi.

In un interno, una grande tavola, ai lati i due discepoli, dietro Gesù Cristo; dalle finestre si intravvede un paesaggio. I banchi del presbiterio sono di Roccataglia di Soncino (come quelli di Bagoli e Preore), più interessanti sono invece i banchi del coro nell’abside, provenienti dall’antica chiesa opera di intagliatori locali (con lesene ed intarsi), si ritengono del XVII secolo. La pala dell’altare maggiore è un dipinto ad olio su tela di scuola veneta del XVIII’ secolo che raffigura la Vergine con il Bimbo in gloria, in basso Sant’Andrea e San Vigilo, è attribuita a Palma il Giovane.

A destra della pala è affrescata la Crocifissione di Sant’Andrea che si può dedurre dalla forma della croce mentre l’affresco a sinistra rappresenta un momento della predicazione del Santo. Sopra, vetrate a colori i cui disegni sono opera di Albrecht Martino di Trento e la realizzazione di una ditta austriaca. La volta presbiterale riporta le figure degli Evangelisti con i relativi simboli (aquila, toro, leone e angelo). Al centro la Colomba simbolo dello Spirito Santo.

La Via Crucis acquistata nel 1897 è stata inserita nelle cornici seicentesche lignee dorate, restaurate, della vecchia chiesa. Anche il battistero restaurato proviene dalla suddetta.

Brevi notizie storiche

Si sentì l’esigenza di una chiesa più grande e più vicina al paese.  Il contratto venne redatto il 14 aprile 1861: i lavori furono assegnati all’impresa di Predazzo di Francesco Giacomelli.

Nell’incavo di una pietra posta a fondamento della costruzione venne inserito un contenitore di vetro nel quale furono racchiusi una pergamena ricordo, una medaglia del pontificato di Papa Pio IX coniata nel 1849 ed una moneta dell’impero con evidente richiamo al precetto evangelico “date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”.

La chiesa fu benedetta, non ancora terminati i lavori, il giorno 30 novembre 1862.

Consacrata il 7 settembre 1867 dal vescovo Riccabona.

Restauri: 1940 – 1945 – 1982 – 1983.

In un documento del 1912 si trovano notizie di un’antica chiesa eretta nel 1350 dedicata a Sant’Urbano,  della quale il  sig.  Guido Boni  trovò i resti delle fondamenta nei pressi della centrale La Rocca.

…ancora più indietro nel tempo

Le origini di Breguzzo, sulla base dei ritrovamenti archeologici effettuati, si collocano tra l’età del bronzo quella dei ferro. Per quanto concerne il nome si sono formulale due tesi: una basata sul prefisso “brig-” di origine celtica (che trova riscontro nel germanico “berg-” con il significato di monte e l’altra sul prefisso “burg” di derivazione longobarda, con il significato di villaggio (fortificato).

Per circa quattro secoli, dal X al XIII, le vicende storiche di Breguzzo si sono differenziate da quelle dei contesto giudicariese avendo fatto parte di un territorio immunitario, sotto la signoria dei Canonici del Duomo di Verona, per entrare a far parte del Principato Vescovile di Trento solo successivamente.

La più antica chiesa di Breguzzo, dedicata a S. Urbano papa, le cui vestigia sono state ritrovate ad inizio 19° secolo lungo l’antica strada romana tuttora denominata “senter dela semeda” si può far risalire intorno all’anno 1000. Era punto di sosta e di preghiera per i viandanti e i pellegrini che, per via della Rendena, scendevano verso la pianura padana.

Invece la vecchia chiesa dedicata a S. Andrea, patrono del paese, posta in fregio alla strada statale vicino al cimitero, è documentata dal 1242 quando sotto il suo porticato si riunivano i vicini in pubblica regola. Subì molti rifacimenti nel corso del tempo. Fu abbandonata nel 1862, quando venne benedetta dal Decano di Tione – don Ignazio Carli – la nuova chiesa, sempre dedicala a S. Andrea, più vicina al paese. Nel 1982 – 1983, fu oggetto completo restauro che l’ha riportata all’antico splendore delle sue linee di ispirazione romanica, dei suoi marmi,  dei suoi legni e dei suoi affreschi.

 

 

A Breguzzo esistono diversi capitelli, alcuni già meta di processioni anche rogazionali come quello, antico, all’inizio della Val di Breguzzo, e quelli di Coré, verso Tione di S. Antonio, della Madonna delle Grazie e delle SS. Anime purganti.

Le antiche chiese erano delle semplici cappelle, dove officiavano sacerdoti mandati dalla chiesa madre di Tione. Risale al 28 ottobre 1590 l’erezione di una curazia unica, denominata di Bondo e Breguzzo, che venne scissa in due curazie il 31 marzo 1667, in concomitanza con la divisione della antica comunità di Bondo e Breguzzo in due comunità distinte.

Nel 1708 la chiesa di Breguzzo ebbe la concessione del fonte battesimale e nel 1895 ottenne una parziale indipendenza con il conferimento al curato di alcune facoltà, come quella di celebrare i matrimoni. L’erezione a parrocchia avvenne subito dopo la prima guerra mondiale, nel 1919.

 

 

 

(sintesi di testi vari, con integrazione della scheda di rilevazione di Rossella Peretti)